Partecipazione
4 settembre 2019
La scuola di italiano si racconta

La scuola di italiano per stranieri di Arca di Noè

In che modo l’apprendimento della lingua favorisce l’integrazione?

Mò ti spiego è una campagna di comunicazione che racconta i servizi di Arca di Noè che favoriscono i percorsi di inclusione sociale e inserimento lavorativo nel territorio di Bologna.

“Non si vive in un paese, si vive in una lingua.” Emil Cioran

Di-Mò, in dialetto bolognese, significa “dimmi” ed è la scuola di italiano per stranieri nata nel 2014 all’interno dei progetti di accoglienza della cooperativa sociale Arca di Noè.Anteprima Mò ti Spiego Arca di Noè
Tra l’equipe di insegnanti è fortemente radicata la consapevolezza che la lingua sia lo strumento principale che favorisce l’inserimento nel tessuto sociale delle persone che provengono da altri contesti culturali. Il nome è nato da un’attività laboratoriale con i partecipanti e le partecipanti della scuola con l’obiettivo di imparare la lingua e autorappresentarsi senza mediazione.
Nel centro interculturale Zonarelli è nata così la Scuola Di-Mò; una scuola accogliente, libera, in cui avere la possibilità di apprendere la lingua italiana fuori dalle strutture di accoglienza.

Facendo un passo indietro, tra l’idea di costruire uno spazio autonomo dalle strutture di accoglienza e l’apertura della scuola vera e propria, sono intercorsi anni di lavoro e confronto: con la gestione dei progetti SPRAR ora SIPROIMI, Arca di Noè ha deciso di dedicare una parte dei fondi per garantire corsi di apprendimento della lingua italiana per richiedenti asilo e rifugiati, corsi per lo più ospitati, per mancanza di spazi, all’interno delle strutture in cui queste persone vivevano.
Nel 2015, con l’apertura di nuovi centri di accoglienza straordinaria (CAS), le esperienze di insegnamento si sono moltiplicate e con esse è cresciuta la consapevolezza di dover gestire l’offerta dei corsi di italiano in maniera strutturata e organica per rispondere a numerosi e differenti bisogni di apprendimento.
Nel Cas, oggi centro SIPROIMI “Villa Aldini”, il lavoro di coprogettazione tra insegnanti e allievi, ha portato alla creazione di una biblioteca autogestita e curato la nascita di spazi adeguati all’apprendimento, scelta dettata dalla necessità di favorire la partecipazione di richiedenti asilo e rifugiati che si trovavano a vivere in una zona lontana dal centro città. Nel 2016, la cooperativa promosse l’attivazione di corsi di italiano anche all’interno del HUB Mattei, perché, seppure luogo di transito, le persone accolte potessero avere uno spazio di apprendimento, parola ed emancipazione.

Nata grazie all’impegno e alla professionalità di insegnanti e operatori dell’accoglienza, nel tempo la scuola Di-Mò ha visto una forte crescita di personale ed una professionalità capace di fronteggiare velocemente i cambiamenti. Insegnare italiano come lingua seconda (da qui nasce la sigla “L2”) in un contesto professionale che faticosamente riconosce il valore di queste professionalità, ha significato scegliere e imporsi su un contesto associativo che voleva gli insegnanti “volontari”.Italiano per stranieri

“Lavorare con gli adulti, significa sviluppare un piano di parità nell’apprendimento, basato su uno scambio reale e costruire quotidianamente le lezioni su bisogni specifici e reali delle persone che hai in classe, sui loro vissuti”.

Costruire una scuola di italiano, pensarne la struttura, immaginare la composizione delle aule, suddividere i diversi livelli a seconda delle modalità e dei tempi di apprendimento delle persone, ha voluto dire per gli insegnanti impegnarsi per un continuo lavoro di autoapprendimento, studio sugli strumenti da applicare, confronto sugli immaginari da condividere, sviluppo della creatività individuale all’interno di un gruppo di lavoro con competenze tecniche salde e in continuo aggiornamento. “Siamo stati come un bruco fisarmonica, capace di adattarsi ai tempi e alle esigenza di un sistema d’accoglienza che si è modificato continuamente durante questi anni”– ci dicono.

Oggi la Scuola Di-Mò, in conseguenza ai pesanti tagli imposti al sistema di accoglienza, sta vivendo un momento di forte difficoltà. Favorire l’apprendimento dell’italiano per stranieri che arrivano in Italia, a seguito di un percorso migratorio spesso obbligato e non deciso, è stato ridotto a “servizio accessorio” dell’accoglienza. La professionalità necessaria perché l’apprendimento avvenga in maniera consapevole e libera, rischia di conseguenza di tornare a livelli volontaristici, non retribuiti e non riconosciuti. Anni di lavoro, studio, passione possono tutto un tratto non avere più nessun valore sociale. Questo è il sentimento che anche le insegnanti di italiano della scuola Di-Mò stanno vivendo in questo momento: i tagli che vengono applicati ai sistema accoglienza, tendono a ridurre tutti quei servizi considerati “non necessari”.

Nonostante tutto, la riflessione interna su come permettere a questi servizi necessari di continuare ad esistere rimane all’ordine del giorno.
Le domande che ci si pone, ancora una volta, hanno a che vedere con una scelta professionale, fatta da persone che credono che l’accoglienza sia un sistema di relazioni e di servizi messi a disposizione non solo delle persone migranti accolte ma anche dei territori che accolgono.
Tutelare questi servizi è la sfida che la cooperativa sociale Arca di Noè vuole cogliere attraverso scelte consapevoli ed investimenti mirati che continuino a tutelare l’insegnamento dell’italiano per stranieri, rispettandone i diritti e dando loro gli strumenti necessari perché si sentano parte del territorio in cui vivono.

Per leggere gli altri racconti dai servizi e dalle persone di Arca di Noè Clicca qui

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