accoglienza e integrazione
18 giugno 2019
Il Refugee Food Festival raccontato da Marlene

Abbiamo intervistato Marlene Bonvalot, la Regional coordinator del Refugee Food Festival

Dal 25 al 29 giugno 2019, Bologna ospiterà per la seconda volta il Refugee Food Festival, evento culinario internazionale giunto alla sua IV edizione, Marlene Bonvalot ci ha raccontato quanta energia si è generata attorno a questa idea e come partecipare. Scopri dove e quando!

Ciao Marlene, puoi raccontarci la storia del Refugee Food Festival? Com’è nata l’idea e in che modo?

Tutto è cominciato nella testa di Marine Mandrila e Louis Martin, tra i fondatori del Food Sweet Food, un’associazione con la missione di promuovere le tradizioni della cucina internazionale e usare la cucina come un cancello aperto verso il Mondo. Nel 2016, nel bel mezzo della cosiddetta crisi dei rifugiati, Marine e Louis tornavano dal loro secondo tour culinario mondiale, ancora più convinti che il cibo fosse un mezzo per scoprire altri mondi. Così, con altri pochi parigini, ebbero l’idea di trasmettere i valori della cucina e della scena culinaria francese, per dare una risposta chiara ai miserabili e ansiogeni discorsi sulle persone rifugiate e favorire la crescita di consapevolezza tra i cittadini francesi rivolgendosi direttamente alle loro papille gustative.

Qual è stata la difficoltà maggiore che avete dovuto fronteggiare nella prima edizione del Festival? Come l’avete affrontata?

A dire la verità, i ristoranti parigini hanno risposto benissimo all’idea del Festival, così come il pubblico e i media! La sfida più grande che abbiamo affrontato è stata identificare i cuochi rifugiati, poiché non eravamo in relazione con le organizzazioni che potevano avvicinarci ai potenziali candidati. Adesso siamo in un network molto forte: cresciuto il Festival, è cresciuta anche la nostra rete. Tutte le organizzazioni che lavorano con noi durante l’anno per accogliere e supportare i rifugiati sono fondamentali per la buona realizzazione del Festival.

Come funziona il Refugee Food Festival?

Ogni anno, attorno al 20 giugno (Giornata mondiale del Rifugiato), i ristoranti aprono le loro cucine agli chef rifugiati, creando menù speciali frutto dell’incontro tra chef ospitanti e ospitati.

Il Festival ha sede in diverse città contemporaneamente. Nel 2019 il Refugee Food Festival sarà in 15 città: Bologna, Bordeaux, Bruxelles, Cape Town, Copenaghen, Geneva, Lille, London, Lyon, Marseille, Madrid, New York, Parigi, Rennes e Strasburgo.

Qual è il ricordo più bello che hai del Festival, nella sua fase organizzativa?Refugee Food Festival Bologna

La parte migliore è sicuramente l’incontro tra i ristoranti e gli chef. Alcuni non parlano la stessa lingua, ma la comunicazione non rappresenta un problema quando iniziano a parlare di cibo. E’ affascinante vedere come apprendono l’uno dall’altro e scoprono cose nuove di cui non erano a conoscenza prima (tecniche, spezie, ingredienti, ecc…)

Qual è la soddisfazione più grande che il Festival ti ha dato?

L’obiettivo ultimo del Festival, attraverso cui si spera di cambiare la mentalità delle persone e la percezione delle persone rifugiate, è creare opportunità professionali per chef rifugiati.

Nulla ti dà soddisfazione più grande che sapere che un cuoco rifugiato ha trovato un lavoro, un tirocinio o un’opportunità professionale come risultato della sua partecipazione al Festival.

Perché pensi che il Refugee Food Festival sia importante per le città ospitanti?

Perché è un evento genuinamente positivo e porta le persone di ogni estrazione sociale a stare insieme.

Come misurate l’impatto della vostra idea? Sappiamo che state lavorando ad un report annuale sull’impatto sociale del Festival. Potete anticiparci qualcosa?

Alla fine del 2018 abbiamo portato avanti una valutazione di impatto sociale attraverso un comitato ad hoc (IM)PROVE – studio creato da UNHCR, Agenzia Onu dei Rifugiati). Il report completo è scaricabile qui. Purtroppo, la versione inglese non è ancora disponibile, ma alcuni elementi emersi dallo studio sono:

59% dei cuochi partecipanti ha avuto accesso ad un’opportunità professionale grazie al Festival.
91% dei cittadini che non erano precedentemente “attivi” verso i rifugiati, ritiene che il Festival abbia creato in loro il desiderio di impegnarsi per supportare la causa dei/delle rifugiati/e.
Il 70% delle persone che sono venute presso i ristoranti pensa che il Festival contribuisce a crescere la loro percezione e conoscenza delle persone rifugiate.

Perché il cibo per favorire integrazione ed inclusione?

Il cibo è un linguaggio universale, è qualcosa che abbiamo tutti in comune. Perciò funziona come elemento per iniziare grandi conversazioni e permette di raggiungere anche tematiche più ampie e complesse.

Come si può supportare il Festival (sia in fase organizzativa che durante)?

Ogni Refugee Food Festival è organizzato da cittadini volontari, che noi chiamiamo Project holders. A Bologna, Emanuela Greco è l’organizzatrice per il Festival. Altri volontari possono unirsi ai team locali nelle loro città o anche richiedere di diventare project holder, iscrivendosi qui.
Un altro modo per supportare il Festival è facendo una donazione all’associazione fondatrice, Food Sweet Food cliccando qui.

Dove trovate l’energia e i soldi per fare tutto questo?

Il Refugee Food Festival è un’avventura umana gratificante e l’energia la si trova sapendo che organizzarlo significa fare una differenza concreta per molti cuochi rifugiati.
Ancora più importante, i project holders locali sono la base reale del Festival ed il valore aggiunto del progetto e dimostrano, attraverso la loro attività, che ognuno può contribuire secondo le proprie capacità. Rispetto ai fondi, ogni anno, vari attori (istituzionali e privati) contribuiscono al Festival. Gli sponsor del Refugee Food Festival per il 2019 sono: La Fondation de France, La Fondation Caritas France, Elior Groupe Solidarités, Relais & Châteaux.

In ogni città, le organizzazioni locali hanno la possibilità di supportare il Festival economicamente. L’associazione Food Sweet Food ha inoltre sviluppato un modello economico basato sull’economia sociale e solidale, che permette l’autofinanziamento di parte delle attività non profit dell’associazione.

Infine, il Refugee Food Festival è supportato dai ristoranti ospitanti, che provvedono alle materie prime e ai rimborsi spese per gli chef rifugiati invitati.
Arca di Noè ospiterà nel proprio ristorante Fuori Orsa, la quarta serata del Festival. Per prenotare chiama il 3703330255.

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