Zyp Zag è il laboratorio di sartoria ecosostenibile nato in un centro di accoglienza
Lo sapete che per produrre un solo paio di jeans occorrono 9500 litri d’acqua?
Lo sapete che ogni abito che indossiamo viene immerso in almeno 15 vasche di tintura con sostanze coloranti dannose?
Lo sapete che il boom degli abiti da uomo o abiti da donna a basso prezzo sono una combinazione di sfruttamento del lavoro e inquinamento ambientale?
Sartoria e consumo consapevole
Il laboratorio Zyp Zag è nato a gennaio dalla passione per la sartoria unita al concetto delle tre “R”, Ridurre-Riciclare-Riutilizzare, e dall’esigenza di sensibilizzare rispetto al consumo consapevole e ad una lavorazione ecosostenibile. L‘idea è nata nella struttura di accoglienza SPRAR di Villa Aldini, dove si sono incontrate e hanno condiviso valori comuni Arca di Noè e alcuni ospiti del centro di accoglienza, come Lamine.
Lamine, uno dei partecipanti al corso, e l’operatrice Sara Baranello hanno ideato il laboratorio Zyp Zag per valorizzare le competenze artistiche e artigianali dei tanti richiedenti asilo che hanno competenze in ambito sartoriale. Si dà loro la possibilità di confrontarsi con le richieste del mercato europeo, ridando vita a vecchi abiti e tessuti, favorendo l’integrazione delle persone coinvolte tramite la partecipazione ai mercatini artigianali presenti sul territorio di Bologna.
L’iniziativa si rivolge agli ospiti in accoglienza già capaci di utilizzare la macchina da cucire ma che hanno bisogno di conoscere le richieste del mercato europeo. Il laboratorio ha acquisito un valore aggiunto grazie alla collaborazione con Vicini d’Istanti, l’associazione che ospita gli incontri, mette a disposizione non solo le conoscenze tecniche ma anche la consapevolezza che l’integrazione può passare anche tramite la cruna di un ago e che ha intenzione di avviare delle collaborazioni con scopo di assunzione una volta terminato il percorso. Con la macchina da cucire e i suoi prodotti si favorisce l’integrazione e si contrasta la percezione dello straniero costruita su stereotipi.
intervista 8 marzo su Radio Rai 1