accoglienza e integrazione
2 settembre 2020
L’orto che produce inserimento sociale tutto l’anno

Sulle colline di Castel San Pietro Terme nasce un orto in cui si intrecciano le storie di persone provenienti da vari Paesi del mondo. Vi raccontiamo la storia di Harouna, un 21enne del Mali, titolare di protezione internazionale e accolto nel progetto SPRAR-SIPROIMI del Nuovo Circondario Imolese a Casalecchio dei Conti, una piccola località che si affaccia sulla Via Emilia, a 15 Km da Bologna.

Orto Sociale Castel San Pietro

Foto di Michele Cattani

Il percorso di accoglienza sul territorio

Il progetto di agricoltura voluto da Arc En Ciel in collaborazione con Arca di Noè, parte del Consorzio L’Arcolaio e gestore del progetto di accoglienza ha, come ogni buon progetto di accoglienza, l’obiettivo di avviare un percorso di inserimento lavorativo e di integrazione sociale sul territorio. Da ormai un anno il giovane Harouna e la sua fida bicicletta si spostano da una collina all’altra per frequentare le lezioni di italiano due volte a settimana e, da oltre due mesi, si prende cura di un orto che produce tanti, tantissimi ortaggi. Più di quanto si sarebbe potuto immaginare.

Mi piace moltissimo lavorare qui perché è proprio su un orto come questo che mia madre mi ha insegnato l’arte di prendermene cura

E così dalle 7 di mattina Harouna instancabile pianta, irriga e raccoglie perché “in agricoltura fare le cose nei tempi giusti è importante per non dover usare prodotti chimici”. La verdura è sufficiente per sostenere il suo fabbisogno e quello di altre persone che abitano nell’appartamento che si affaccia sull’orto. Lì abitano altri giovani provenienti da Paesi dell’Africa occidentale: uno lavora in un rinomatissimo ristorante a pochi chilometri e l’altro lavora come magazziniere a Bologna.

Un progetto ambizioso che cresce

A raccogliere gli ultimi caspi di insalata della giornata insieme ad Harouna c’è anche Clark, ora il suo tutor di tirocinio. Clark vive in Italia da diversi anni e lavora per un’azienda del territorio che produce macchine agricole.

Siamo come fratelli, lavoriamo bene insieme e quando l’orto entra in produzione riusciamo a regalare gli ortaggi a parrocchie o associazioni che li distribuiscono alle famiglie bisognose di queste zone.

“Il progetto – racconta Cesare, il Presidente di Arc En Ciel – potrà ingrandirsi al punto da garantire percorsi di inserimento lavorativo ad altri due ragazzi”. Il fine ultimo del progetto è quello di creare un Emporio Sociale che crei inclusione dall’inclusione e favorisca percorsi formativi e di inserimento lavorativo.

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